La sua pittura si muove in un ambito prettamente figurativo, così come dimostra la sua intera produzione che raccoglie tele di paesaggi, nature morte e figure eseguite con fermezza pulita nell’ uso dei toni di colore, e velocità di chi padroneggia tecnica e mezzo.
D’altronde la sintesi non è una frettolosa ricerca di verità ma un lungo percorso, è un difficile traguardo e Laura possiede questa capacità di chi annota i pensieri e gli appunti sul proprio taccuino sapendo riassumere un’intera vita.
E’ spensierata e leggera, ma solo in apparenza, questa pittura che l’artista presenta in mostra, e che trasforma alchemicamente il bitume in una sostanza rara e leggera, in pura pittura, quasi un “Acquarello”, convincendoci che quella che ci racconta è la sua vita ricca di intense esperienze personali . Ciò che emerge dalle sue tele è pura sensibilità, Laura si esprime con un tocco morbido o attraverso le velature trasparenti con una spontaneità che si rivela nella rapidità dell’esecuzione ma che evidenzia anche l’impulsività ed energia dell’artista.
Amiamo immaginare il volteggiare rapido e leggero delle sue pennellate che tracciano con sicurezza e precisione figure, di chi conosce il corpo umano perché si è esercitato lungamente nel disegno dal vero, e definisce spazi ben proporzionati e misurati, tuttavia l’artista non rinuncia ad esplorare altri soggetti meno autobiografici e forse più impegnativi a carattere sociale o storico fino ad arrivare a reinterpretare celebri dipinti .
I grandi formati rappresentano per lei una sfida, capacità e voglia di dominare la materia:” il bitume”, lo spazio e le sue emozioni ma la stessa artista con coraggio, di chi decide di lasciare una tecnica che padroneggia e che il pubblico le riconosce, si cimenta con una nuova tecnica dagli esiti imprevedibili, nella assoluta consapevolezza che il lavoro da compiere e ancora tanto, che si è solo all’ inizio e che i risultati raggiunti non sono mai definitivi.
E’ un dono quello della chiarezza e della sintesi che Laura certamente possiede e una grande rarità proprio come ricordava Vincent Van Gogh a proposito della stampa giapponese “… invidio la chiarezza dei giapponesi …le loro opere sono semplici come il respiro…Creano una figura con pochi tratti decisi, con la stessa disinvoltura con cui ci si abbottona il cappotto”.
Massimo Gianquitto